La torta al testo è una ricetta tipica dell’Umbria, chiamata anche Crescia o Ciaccia. Ritorno a parlare di questo street food umbro dopo averlo provato per due volte da Testone a Milano [recensione] in zona P.ta Genova.
La torta al testo è chiamata così perché è una simil focaccia cotta sul testo di ghisa. Dallo stesso utensile prendono il nome i testaroli, un primo sfizioso della tradizione lunigiana [ricetta]. Il testo in origine veniva messo a scaldare sulla brace, proprio il metodo che oggi Testone cerca di ricreare nel suo locale.
Grazie alla ricetta in diretta di Barbara Fontanel, in arte La Panificatrice Folle [link al sito], ho deciso di provare a fare a casa questa ricetta della tradizione mediterranea. In questo caso il lievito utilizzato è il bicarbonato o quello istantaneo per torte salate. Gliene sono davvero grata perché non avrei mai immaginato di farla in casa e invece è incredibilmente semplice e una vera festa portarla in tavola. Mettete in tavola la torta al testo e sbizzarritevi a preparare tante buone verdure e salse vegetariane per farcirla.
E’ un’ottima idea per un pranzo in compagnia o da preparare per un picnic nel verde. Lasciate che gli ospiti riempiano le loro focacce con creatività e allegria con tutti i colori della vostra tavola. Ma voi lo sapevate che mangiare con le mani rende un pasto più gustoso?
Seguendo le indicazioni di Barbara ho preparato l’impasto la sera prima, lasciato nel frigo e ripreso il mattino per pranzo. La ricetta mi ha ricordato molto quella dei cassoni romagnoli sul mio blog [link]. Le farine che ho utilizzato sono quelle di grani antichi del reatino (Rieti, Terminillo, Verna, Frassineto, Biancola) dell’Azienda Agricola Tularù [link].
Ma ora scopriamo insieme la ricetta e se ti piace lasciami un commento o condividila sui miei social.